Carcinoma metastatico: i pazienti trattati con chemioterapia e Bevacizumab sono ad aumentato rischio di tromboembolia arteriosa


Sebbene il trattamento di combinazione tra Bevacizumab ( Avastin ) e la chemioterapia produca un miglioramento della sopravvivevenza dei pazienti con tumori metastatici, in alcuni studi è stato osservato un aumentato rischio di eventi tromboembolici.

Ricercatori, coordinati dalla Genentech, società produttrice di Avastin, hanno eseguito analisi post hoc di studi clinici randomizzati, che hanno valutato il trattamento di combinazione con Bevacizumab e la chemioterapia, rispetto alla sola chemioterapia.

L’Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ) a basso dosaggio era permessa nel corso degli studi.

I dati di 5 studi clinici, che hanno coinvolto 1745 pazienti con tumore colorettale metastatico, o carcinoma polmonare non a piccole cellule.

Dall’analisi dei dati pooled ( congiunti ), il trattamento combinato con Bevacizumab e chemioterapia è risultato associato ad aumentato rischio di evento di tromboembolia arteriosa, rispetto alla sola chemioterapia ( hazard ratio, HR=2; p=0.031 ), ma non per un evento tromboembolico venoso ( HR=0.89; p=0.44 ).

La percentuale assoluta di sviluppare una tromboembolia arteriosa era di 5,5 eventi per 100 persone-anno per coloro che hanno ricevuto la terapia di combinazione e 3,1 eventi per 100 persone-anno per coloro che sono stati trattati solamente con la chemioterapia ( rapporto=1.8; p=0.076 ).

Lo sviluppo di un evento tromboembolico arterioso era associato ad un precedente evento di tromboembolia arteriosa ( p<0.001 ) o all’età di 65 anni o superiore ( p=0.01 ).

L’impiego di Acido Acetilsalicilico al basale o nel corso della studio era associato ad un modesto aumento di eventi emorragici di grado 3 e 4 in entrambi i gruppi di trattamento, dal 3.6% al 4.7% per i pazienti trattati con Bevacizumab e dall’1.7% al 2.2% per i soggetti di controllo.

L’analisi ha evidenziato che il trattamento di combinazione con Bevacizumab e chemioterapia, è associato ad un aumentato rischio di tromboembolia arteriosa, ma non di tromboembolia venosa. ( Xagena_2007 )

Scappaticci FA et al, J Natl Cancer Inst 2007; 99:1232-1239



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XagenaFarmaci_2007