La neutropenia indotta dalla chemioterapia può essere un predittore dell’efficacia del trattamento nel tumore al polmone non a piccole cellule


La tossicità da chemioterapia nei pazienti affetti da tumore polmonare potrebbe aiutare a predire l’efficacia del trattamento.

Ad oggi, la chemioterapia rappresenta il trattamento standard per i pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule in fase avanzata, sebbene i benefici siano modesti e la tossicità elevata.

Ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli hanno ipotizzato che la neutropenia possa essere un predittore dell’efficacia del trattamento.

E’ stata analizzata la sopravvivenza generale di 1.265 pazienti con carcinoma polmonare a non piccole cellule che hanno ricevuto chemioterapia in 3 studi clinici randomizzati.

In un sottogruppo di 436 pazienti che avevano ricevuto 6 cicli di terapia ed erano vivi 180 giorni dopo la randomizzazione, la sopravvivenza generale è risultata aumentata di 31.4 settimane per i pazienti senza neutropenia rispetto alle 42 settimane per i pazienti con grave neutropenia e 43.7 settimane per quelli con lieve neutropenia.

La neutropenia durante chemioterapia è associata ad un’aumentata sopravvivenza nei pazienti con tumore del polmone a non piccole cellule, in fase avanzata.
L’assenza di neutropenia potrebbe essere dovuta ad un trattamento con farmaci sottodosati. ( Xagena_2005 )

Di Maio M et al, Lancet Oncology 2005; 6: 669-677



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