Tumore della tiroide, nuovo indirizzo terapeutico

La maggior parte dei tumori della tiroide sono attualmente curabili. Tuttavia alcune forme tumorali risultano fatali anche a meno di 1 anno dalla diagnosi.
L'incidenza del tumore della tiroide è aumentata di circa il 40% negli ultimi 10 anni negli Usa.
La maggior parte dei pazienti con tumore della tiroide richiedono asportazione chirurgica della ghiandola in modo parziale o totale.
Quando l'intera ghiandola tiroidea viene rimossa i pazienti sono costretti ad assumere Tiroxina in modo da ripristinare il normale metabolismo e a sopprimere la produzione dell'ormone stimolante la tiroide ( TSH) che potrebbe favorire la crescita delle cellule tumorali.
Dopo l'asportazione della tiroide i pazienti devono essere sottoposti a screening per l'individuazione del ripresentarsi di neoplasie.
Recentemente è stato introdotto nell'uso diagnostico la PET (Positron Emission Tomography). Un metodo diagnostico molto fine è rappresentato dalla tecnica di indagine PCR ( Polymerase Chain Reaction).
Il nuovo approccio alla terapia del tumore della tiroide è quella dell'inibizione dell'angiogenesi, cioè dello sviluppo dei capillari attorno alle cellule tumorali in modo da impedirne la crescita.
Un importante promoter dell'angiogenesi nei tumori della tiroide è il VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor).
Alti livelli di VEGF nei soggetti con tumore della tiroide indicano una maggiore invasività del tumore.