J-ALEX, il primo studio di confronto tra Alectinib e Crizotinib nei pazienti con tumore al polmone non-a-piccole cellule avanzato ALK traslocato


Alectinib ( Alecensa ), un farmaco orale che agisce inibendo l’attività chinasica di ALK, ha dimostrato di ridurre del 66% il rischio di peggioramento della malattia ( sopravvivenza libera da progressione, PFS ) rispetto a Crizotinib ( Xalkori ), in uno studio condotto su pazienti giapponesi con tumore al polmone non-a-piccole cellule ( NSCLC ) ALK-positivo avanzato o recidivante ( hazard ratio, HR=0.34, IC 99%: 0.17-0.70; p inferiore a 0.0001 ).

Nei pazienti trattati con Alectinib, al termine dello studio, la sopravvivenza libera da progressione non era stata ancora raggiunta in quanto i pazienti trattati non erano ancora andati in progressione ( IC 95%: 20.3 mesi-non raggiunto ), rispetto alla sopravvivenza mediana libera da progressione di 10.2 mesi ( IC 95%: 8.2-12.0 ) nei pazienti trattati con Crizotinib.

Il risultato è emerso da una analisi ad interim dello studio di fase III, J-ALEX, condotto su pazienti non-trattati precedentemente con un inibitore di ALK.
Nel medesimo studio, inoltre, Alectinib ha causato meno eventi avversi e ha complessivamente dimostrato un profilo di sicurezza coerente con quello osservato in studi precedenti, senza effetti collaterali nuovi o inattesi.

In Italia si stimano 41.000 nuovi casi all’anno di tumore al polmone e di questi, in circa il 6%, è presente il riarrangiamento di ALK.
Questa alterazione genetica conferisce una particolare sensibilità delle cellule tumorali agli ALK inibitori, di cui Crizotinib è stato il pioniere e rappresenta attualmente il trattamento standard per questi pazienti.
I dati hanno mostrato che Alectinib è molto superiore a Crizotinib nel controllo della malattia e con una tollerabilità nettamente superiore.
Dopo circa 10 mesi Crizotinib cessa la sua attività, mentre Alectinib dopo quasi due anni risulta ancora attivo in oltre il 50% dei pazienti.
Alectinib permetterà ai pazienti di cronicizzare la malattia.
Attualmente, i risultati riguardano la popolazione asiatica, ma si attende conferma anche nella popolazione occidentale.

Alectinib ha già ricevuto l'approvazione accelerata dalla Agenzia regolatoria degli Stati Uniti, FDA, lo scorso dicembre, per il trattamento dei pazienti affetti da tumore NSCLC ALK-positivo che abbiano avuto una progressione della malattia con Crizotinib o siano intolleranti a questo farmaco.
Con l’obiettivo di ottenere la piena approvazione come trattamento di prima linea, è attualmente in corso lo studio ALEX, randomizzato di fase III, che confronta Alectinib con Crizotinib in pazienti con tumore NSCLC avanzato con traslocazione di ALK determinata mediante un test immunoistochimico ( IHC ) correlato, VENTANA ALK (D5F3) CDx Assay, sviluppato da Roche Tissue Diagnostics.

Studio J-ALEX

J-ALEX è uno studio randomizzato, in aperto, di fase III, nel quale sono state confrontate l'efficacia e la sicurezza di Alectinib e di Crizotinib in pazienti giapponesi.
Nello studio J-ALEX sono stati arruolati 207 pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule ( NSCLC ) ALK-positivo avanzato o recidivante che non erano stati precedentemente trattati con un inibitore di ALK.
I pazienti sono stati randomizzati e suddivisi equamente nei due gruppi di trattamento.

I risultati ottenuti sono i seguenti:

- Alectinib ha ridotto del 66% il rischio di peggioramento della malattia ( PFS ) rispetto a Crizotinib ( HR=0.34, IC 99%: 0.17-0.70; p inferiore a 0.0001 );

- la sopravvivenza mediana libera da progressione non è stata raggiunta nel gruppo trattato con Alectinib ( IC 95%: 20.3 mesi-non stimato ) rispetto a 10,. mesi nel braccio Crizotinib ( IC 95%: 8.2-12.0 );

- si sono verificati eventi avversi di grado 3-4 con maggiore frequenza nel gruppo Crizotinib rispetto al gruppo Alectinib ( 51% versus 27% );

- l'evento avverso più comune, che si sia verificato con frequenza superiore al 30%, con Alectinib è stata la stipsi ( 36% ). I più comuni riscontrati con Crizotinib sono stati: nausea ( 74% ), diarrea ( 73% ), vomito ( 59% ), disturbi visivi ( 55% ), alterazione del gusto ( disgeusia; 52% ), stipsi ( 46% ) e un aumento degli enzimi epatici ( ALT, 32% e AST, 31% ). ( Xagena_2016 )

Fonte: Roche, 2016

Xagena_Medicina_2016