Carcinoma alla prostata resistente alla castrazione non-metastatico: Apalutamide ritarda di oltre 2 anni la comparsa delle metastasi


Dallo studio SPARTAN è emerso che il trattamento con Apalutamide ( Erleada ) ha ridotto il rischio di metastasi o di mortalità del 72% nei pazienti con carcinoma prostatico resistente alla castrazione non-metastatico ( CRPC ).

SPARTAN è uno studio di fase III, randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, che ha valutato gli effetti di Apalutamide rispetto al placebo in 1207 uomini con carcinoma prostatico resistente alla castrazione non-metastatico e un livello di antigene prostatico specifico ( PSA ) in rapida crescita durante una terapia continuativa di deprivazione androgenica.

L’assenza di metastasi è stata stabilita sulla base di una scintigrafia ossea negativa e una Tac negativa del bacino, dell'addome, del torace e del cervello.

I pazienti dovevano avere un tempo di raddoppio del PSA non superiore ai 10 mesi, in quanto era stato dimostrato in precedenza che questi sono i soggetti più a rischio di sviluppare metastasi e andare incontro a morte.
In realtà, il tempo medio di raddoppio del PSA al basale è risultato inferiore a 5 mesi in entrambi i bracci.

I partecipanti sono stati assegnati in modo random, in un rapporto 2:1, al trattamento con Apalutamide 240 mg/die più terapia di deprivazione androgenica oppure con un placebo più terapia ADT.

L'endpoint primario dello studio era rappresentato dalla sopravvivenza libera da metastasi, definita come il tempo intercorrente tra la randomizzazione e la prima evidenza di metastasi all’imaging o al decesso del paziente.
Gli endpoint secondari comprendevano il tempo di comparsa delle metastasi, la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ), il tempo di progressione dei sintomi e la sopravvivenza globale ( OS ).
Per i pazienti che hanno sviluppato metastasi, è stato anche valutato il tempo intercorso tra l’assegnazione al primo trattamento per la malattia metastatica e la successiva progressione ( PFS2 ).

Apalutamide in combinazione con la terapia ADT ha ridotto il rischio di metastasi o di morte del 72%, rispetto al placebo più terapia ADT( hazard ratio, HR = 0.28; IC 95%, 0.23-0.35; P inferiore a 0.0001 ).
La sopravvivenza mediana senza metastasi è stata pari a 40.5 mesi per Apalutamide in combinazione con ADT versus 16.2 mesi per il placebo in combinazione con ADT, prolungando la sopravvivenza libera da metastasi di oltre due anni.
Il beneficio sulla sopravvivenza libera da metastasi è stato riscontrato in tutti i sottogruppi di pazienti.

I risultati relativi all'endpoint primario sono stati supportati da un miglioramento di tutti gli endpoint secondari.
Il tempo di comparsa delle metastasi, la sopravvivenza libera da progressione e il tempo di progressione dei sintomi sono risultati significativamente più lunghi nei pazienti trattati con l’antiandrogeno Apalutamide, rispetto ai controlli.
Per questi tre endpoint è stata riscontrata una riduzione del rischio rispettivamente del 73%, 71% e del 55%.

La sopravvivenza mediana libera da progressione è risultata di 40.5 mesi nel braccio trattato con Apalutamide contro 14.7 mesi nel braccio placebo ( HR=0.29, IC al 95%, 0.24-0.36; P inferiore a 0.001 ).

Riguardo alla sopravvivenza globale, è stata riscontrata una tendenza a favore di Apalutamide ( HR=0.70; IC IC 95%, 0.47-1.04; P = 0.07 ), ma la sopravvivenza mediana globale non è ancora stata raggiunta nel braccio trattato con Apalutamide.

Dopo un follow-up mediano di 20.3 mesi, erano ancora in trattamento il 61% dei pazienti nel gruppo Apalutamide e il 30% dei controlli.

Le percentuali di interruzione a causa di reazioni avverse sono risultate basse in entrambe le coorti ( 10.7% con Apalutamide vs 6.3% con il placebo ).

Tra gli eventi avversi, sono risultati più frequenti nel braccio trattato con Apalutamide rispetto al braccio di controllo: rash ( 23.8% vs 5.5% ), ipotiroidismo ( 8.1% vs 2% ) e fratture ( 11.7% vs 6.5% ).

Nessuno dei due bracci ha mostrato una riduzione dei punteggi medi della qualità di vita correlata alla salute rispetto al basale, e non si è osservata nel tempo una differenza nei punteggi dei due gruppi.

Tra i pazienti in cui la malattia è progredita, il 56% dei pazienti assegnati ad Apalutamide e l'80% dei controlli sono stati trattati per la fase metastatica; la PFS2 è risultata maggiore per gli uomini inizialmente assegnati ad Apalutamide.

Apalutamide è un inibitore del recettore degli androgeni che inibisce la crescita delle cellule tumorali in tre modi diversi: impedisce il legame degli androgeni al loro recettore, in questo modo impedisce la traslocazione del recettore degli androgeni al nucleo, e impedisce il legame del recettore al DNA delle cellule tumorali, bloccando così la trascrizione del DNA mediata dal recettore stesso. ( Xagena_2018 )

Fonte: Genitourinary Cancers Symposium, 2018

Xagena_Medicina_2018