Carcinoma a cellule renali: buoni risultati per la combinazione tra l’immunoterapico Atezolizumab e l’antiangiogenetico Bevacizumab nello studio IMmotion 150
IMmotion150 è il primo studio clinico randomizzato disegnato per valutare la combinazione di Atezolizumab ( Tecentriq ) e Bevacizumab ( Avastin ) nel trattamento di prima linea del carcinoma a cellule renali metastatico.
I dati dello studio hanno dimostrato che l’immunoterapico Atezolizumab associato all’antiangiogenetico Bevacizumab presentano un profilo di sicurezza gestibile.
Incoraggianti anche i risultati di efficacia della combinazione rispetto a Sunitinib ( terapia standard; Sutent ) nei pazienti che presentavano un’aumentata espressione della proteina PD-L1.
IMmotion150 è uno studio di fase II di confronto tra la combinazione di Atezolizumab e Bevacizumab, Atezolizumab in monoterapia e Sunitinib in monoterapia in pazienti con carcinoma a cellule renali localmente avanzato o metastatico ( mRCC ), non precedentemente trattato.
I dati hanno dimostrato che nei pazienti con aumentata espressione di PD-L1 trattati con Atezolizumab più Bevacizumab, il rischio di peggioramento della malattia o di decesso ( PFS ) si è ridotto del 36% rispetto ai soggetti trattati con Sunitinib in monoterapia ( PFS mediana: 14.7 vs 7.8 mesi; hazard ratio, HR= 0.64; IC al 95%: 0.38-1.08 ).
Nella popolazione intention-to-treat ( ITT ) non si è osservato un vantaggio significativo in termini di sopravvivenza libera da progressione rispetto a Sunitinib ( PFS mediana: 11.7 vs 8.4 mesi; HR = 1.00; IC al 95%: 0.69-1.45 ).
La durata mediana della risposta ( DoR ) non è ancora stata raggiunta dopo 20.7 mesi di follow-up nei diversi bracci di trattamento.
Gli eventi avversi nel braccio Atezolizumab più Bevacizumab erano paragonabili a quelli osservati nei precedenti studi con i singoli farmaci.
Questi risultati di fase II confermano il razionale scientifico a favore della potenziale combinazione Atezolizumab - Bevacizumab nei pazienti con carcinoma a cellule renali.
C’è un urgente bisogno di nuove opzioni terapeutiche per i soggetti affetti da carcinoma a cellule renali in fase avanzata, attualmente solo una persona su dieci è ancora in vita cinque anni dopo la diagnosi. ( Xagena_2017 )
Fonte: Genitourinary Cancers Symposium, 2017
Uro2017 Nefro2017 Onco2017 Farma2017
XagenaFarmaci_2017