Carcinoma colorettale metastatico: trattamento di prima linea con aggiunta di Bevacizumab a FOLFOXIRI


È stato dimostrato che il regime FOLFOXIRI ( Irinotecan, Oxaliplatino, Fluorouracile e Folinato ) è migliore rispetto a FOLFIRI ( Fluorouracile, Folinato e Irinotecan ) in uno studio di fase 3 su pazienti con carcinoma colorettale metastatico.

I risultati di diversi studi hanno dimostrato che l’aggiunta di Bevacizumab ( Avastin ) alla chemioterapia aumenta l’efficacia del trattamento.

Sono state inoltre valutate sicurezza e attività della combinazione di FOLFOXIRI più Bevacizumab in pazienti con carcinoma colorettale.

In uno studio di fase 2, pazienti ( età 18-75 anni ) con carcinoma colorettale, giudicato non-resecabile per presenza di malattia metastatica, sono stati sottoposti a trattamento di combinazione con Bevacizumab per via intravenosa ( 5 mg/kg al giorno 1 ) e FOLFOXIRI per via intravenosa ( Irinotecan 165 mg/m2 al giorno 1, Oxaliplatin 85 mg/m2 al giorno 1, Folinato 200 mg/m2 al giorno 1 e Fluorouracile 3200 mg/m2 per 48 ore di infusione continua a partire dal giorno 1 e ripetuta ogni 2 settimane ) come trattamento di prima linea in 7 Centri in Italia.

Il trattamento di induzione ( FOLFOXIRI e Bevacizumab ) è stato somministrato per un massimo di 6 mesi, seguito da trattamento di mantenimento con Bevacizumab ( 5 mg/kg per via intravenosa al giorno 1, ripetuto ogni 2 settimane ).

L’endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione a 10 mesi dall’ingresso nello studio secondo analisi intention-to-treat.

Nel periodo 2007-2008, sono stati arruolati 57 pazienti; tutti i pazienti sono stati valutati per sicurezza ed efficacia.

Il tempo di follow-up mediano è stato di 28.8 mesi e la sopravvivenza libera da progressione a 10 mesi è stata del 74%.

I principali eventi avversi di grado 3 o 4 durante il trattamento di induzione sono stati neutropenia ( 49%, incluso 1 caso di neutropenia febbrile ), diarrea ( 14% ), stomatiti ( 4% ), neurotossicità ( 2% ), trombosi venosa profonda ( 7% ) e ipertensione ( 11% ) e non si sono verificati decessi legati al trattamento.

Durante il trattamento di induzione si sono manifestati 6 eventi avversi gravi: neutropenia febbrile ( 2% ), diarrea di grado 3 con disidratazione ( 4% ), stomatite di grado 4 ( 2% ), ipertensione di grado 4 ( 2% ) e ischemia cardiaca correlata a Fluorouracile ( 2% ).

I più comuni eventi avversi di grado 3 o 4 notati nei 37 pazienti trattati con trattamento di mantenimento sono stati ipertensione ( 14% ) e neurotossicità ( 8% ).

Un caso di infarto acuto del miocardio dovuto a trombosi coronarica è stato osservato nel corso del trattamento di mantenimento.

In conclusione, Bevacizumab può essere utilizzato in modo sicuro con FOLFOXIRI senza causare eventi avversi imprevisti.
Il trattamento ha raggiunto risultati promettenti in termini di sopravvivenza libera da progressione.
È ora in corso uno studio di fase 3 per il confronto di FOLFOXIRI più Bevacizumab con FOLFIRI più Bevacizumab. ( Xagena_2010 )

Masi G et al, Lancet Oncol 2010; 11: 845-852



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