Carcinoma mammario: rapporto tra terapia adiuvante con Tamoxifene e mutazione del fattore V di Leiden e rischio di tromboembolismo
L'uso di Tamoxifene ( Nolvadex ) è stato associato a un aumento del rischio di eventi tromboembolici in donne con tumore mammario e in donne ad alto rischio per la malattia.
Il fattore V di Leiden è la mutazione ereditaria più comune del fattore di coagulazione, e conferisce anche un aumento del rischio di trombosi.
Uno studio caso-controllo condotto in 34 istituzioni CALGB ( Cancer and Leukemia Group B ) ha valutato se il fattore V di Leiden fosse associato a rischio di eventi tromboembolici in donne con carcinoma alla mammella in stadio precoce trattate con terapia adiuvante con Tamoxifene.
Ciascuna delle 124 donne, andate incontro a un evento tromboembolico documentato, in trattamento con terapia adiuvante con Tamoxifene per tumore alla mammella ( non necessariamente inserite in uno studio di trattamento CALGB ) è stata associata a 2 controlli ( donne in terapia adiuvante con Tamoxifene ma mai soggette a evento tromboembolico ) in base all’età al momento della diagnosi ( +/-5 anni ).
Le mutazioni nel fattore V di Leiden sono state identificate in 23 ( 18.5% ) casi e in 12 ( 4.8% ) controlli ( odds ratio, OR=4.66, P<0.001 ).
Nel modello a variabili multiple, la mutazione nel fattore V di Leiden è risultata associata a eventi tromboembolici ( OR=4.73, P<0.001 ); anche la storia personale di evento tromboembolico e l’abitudine al fumo sono risultati fattori significativamente associati a rischio di eventi tromboembolici.
In conclusione, tra le donne in terapia adiuvante con Tamoxifene per carcinoma mammario in stadio precoce, quelle che sono andate incontro a un evento tromboembolico presentano una probabilità circa 5 volte superiore di essere portatrici di mutazione nel fattore V di Leiden rispetto a quelle senza tali eventi.
Le donne in postmenopausa dovrebbero essere valutate per mutazione del fattore V di Leiden prima della prescrizione di terapia adiuvante con Tamoxifene. ( Xagena_2010 )
Garber JE et al, J Natl Cancer Inst 2010; 102: 942-949
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