L’iperglicemia è associata a minore sopravvivenza nel glioblastoma multiforme di recente diagnosi


L’iperglicemia è stata associata a cattiva prognosi in molte patologie.

Un gruppo di Ricercatori della Johns Hopkins ha condotto uno studio retrospettivo per valutare l’associazione tra l’iperglicemia e la sopravvivenza nei pazienti con recente diagnosi di glioblastoma multiforme.

Tra il 1999 e il 2004, prima dell’uso standard di Temozolomide ( Temodal ), 191 pazienti sono stati arruolati negli studi del New Approaches to Brain Tumor Therapy CNS Consortium.

L’endpoint primario era rappresentato dalla sopravvivenza.

I livelli medi di glicemia sono risultati compresi tra 65 e 459 mg/dL. Questi valori sono stati divisi in quartili: quartile 1 ( < 94 mg/dL ), quartile 2 ( da 94 a 109 mg/dL ), quartile 3 ( da 110 a 137 mg/dL ) e quartile 4 ( > 137 mg/dL ).

La sopravvivenza mediana nei quartili 1, 2, 3 e 4 è stata di 14,5; 11,6; 11,6 e 9,1 mesi, rispettivamente.

L’associazione tra i più alti livelli medi di glicemia e la minore sopravvivenza è rimasta dopo aggiustamento per dose media giornaliera di glucocorticoidi, età e punteggio basale dell’indice di performance secondo Karnofsky.

Rispetto ai pazienti nel più basso quartine di glicemia, quelli nel quartile 2 ( hazard ratio [ HR ] aggiustato 1,29 ), nel quartile 3 ( HR aggiustato 1,35 ) e nel quartile 4 ( HR aggiustato 1,57 ) hanno mostrato un rischio progressivamente crescente di morte ( P=0,041 per la tendenza ).

In conclusione, in questi pazienti con recente diagnosi di glioblastoma multiforme e buon punteggio basale dell’indice di performance secondo Karnofsky, l’iperglicemia è risultata associata a una minore sopravvivenza, dopo il controllo per glucocorticoidi e altri fattori confondenti.
L’effetto di un trattamento intensivo dell’iperglicemia associata ai glucocorticoidi sulla sopravvivenza richiede ulteriori studi nei pazienti con glioblastoma multiforme. ( Xagena_2009 )

Derr RL et al, J Clin Oncol 2009; 27: 1082-1086



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