Durvalumab nel tumore del polmone non-a-piccole cellule in stadio III non-operabile: il 57% dei pazienti è vivo dopo tre anni rispetto al 43.5% con placebo


Nel corso del Congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology ( ASCO ) a Chicago sono stati presentati i risultati di sopravvivenza globale ( OS ) a 3 anni dallo studio di fase III PACIFIC con Durvalumab nel tumore al polmone non-a-piccole cellule ( NSCLC ) in stadio III non-operabile.

E' stato mostrato un beneficio duraturo e sostenuto della sopravvivenza globale nei pazienti con tumore NSCLC in stadio III non-operabile, che non è progredito dopo somministrazione concomitante di chemioradioterapia ( CRT ), in precedenza considerato lo standard di cura ( SoC ).

Il tasso di sopravvivenza globale a 3 anni è stato pari al 57% per i pazienti che hanno ricevuto Durvalumab ( Imfinzi ) rispetto al 43.5% nel gruppo placebo, dopo concomitante chemioradioterapia.
La sopravvivenza mediana globale non è stata ancora raggiunta con Durvalumab rispetto a 29.1 mesi per il placebo.

I risultati si sommano all’analisi primaria della sopravvivenza globale a 2 anni che è stata pubblicata su The New England Journal of Medicine ( NEJM ) nel 2018 e dimostrano un significativo beneficio della sopravvivenza globale con il trattamento a base di Durvalumab verso placebo dopo chemioradioterapia, indipendentemente dall’espressione di PD-L1.
L’analisi primaria ha indicato che Durvalumab ha ridotto il rischio di morte del 32% ( hazard ratio, HR=0.68; IC 99.73%: 0.47 - 0.997; p = 0.0025 ).

Con un addizionale anno di follow-up, gli ultimi risultati di Durvalumab hanno mostrato una efficacia costante e duratura, mantenendo una riduzione del 31% del rischio di morte rispetto al placebo dopo chemioradioterapia ( HR=0.69; IC 95%: 0.55 - 0.86 ).

Prima della disponibilità di Durvalumab per il trattamento dei pazienti con tumore del polmone non-a-piccole cellule in stadio III, non-operabile, i tassi di sopravvivenza a 5 anni erano limitati al 15-30%.

Il profilo di sicurezza e tollerabilità di Durvalumab era in linea con i risultati riportati al momento della precedente analisi di sopravvivenza globale.
Tra i pazienti che hanno ricevuto Durvalumab, gli eventi avversi più comuni ( superiori o uguali al 20% dei pazienti ) versus placebo erano tosse ( 35.2% vs 25.2% ), fatigue ( 24.0% vs 20.5% ), dispnea ( 22.3% vs 23.9% ) e polmonite da radiazioni ( 20.2% vs 15.8% ).
Il 30.5% dei pazienti ha manifestato un evento avverso di grado 3 o 4 con Durvalumab contro il 26.1% con placebo; il 15.4% dei pazienti ha dovuto interrompere il trattamento per gli eventi avversi causati da Durvalumab rispetto al 9.8% con placebo.

Il tumore la polmone non-a-piccole cellule in stadio III ( localmente avanzato ) si divide comunemente in tre sottocategorie ( IIIA, IIIB e IIIC ), definite sulla base della diffusione locale del tumore e della possibilità di intervenire chirurgicamente.
La malattia in stadio III è diversa da quella in stadio IV, nella quale il tumore si è diffuso agli organi distanti ( metastasi ), in quanto lo stadio III è attualmente trattato con intento curativo.

Il tumore NSCLC in stadio III rappresenta circa un terzo dei casi di incidenza di carcinoma polmone non-a-piccole cellule, e si stima abbia colpito, nel 2015, quasi 200.000 pazienti nei Paesi più industrializzati ( Cina, Francia, Germania, Italia, Giappone, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti ). ( Xagena_2019 )

Fonte: AstraZeneca, 2019

Xagena_Medicina_2019