Carcinoma renale avanzato: Nivolumab, un inibitore del checkpoint immunitario PD-1, versus Everolimus, un inibitore di mTOR


Nivolumab ( Opdivo ), un inibitore del checkpoint immunitario PD-1, è stato associato a incoraggianti risultati di sopravvivenza globale in studi non-randomizzati che hanno coinvolto pazienti con carcinoma renale avanzato precedentemente trattati.

Uno studio, CheckMate 025, randomizzato, in aperto, di fase III, ha messo a confronto Nivolumab con Everolimus ( Afinitor ) nei pazienti con carcinoma renale trattati in precedenza con agenti anti-angiogenetici.

La randomizzazione in un rapporto 1:1 ha riguardato 821 pazienti con carcinoma renale a cellule chiare in stadio avanzato, per il quale avevano ricevuto un precedente trattamento con uno o due regimi di terapia anti-angiogenica, a 3 mg di Nivolumab per kg di peso corporeo, per via endovenosa ogni 2 settimane, oppure a una compressa da 10 mg di Everolimus per os una volta al giorno.
Endpoint primario era la sopravvivenza globale; endpoint secondari erano il tasso di risposta obiettiva e la sicurezza.

La sopravvivenza globale mediana è risultata pari a 25.0 mesi ( IC 95%: 21.8 - non-stimabile ) con Nivolumab e 19.6 mesi ( IC 95%: 17.6 - 23.1 ) con Everolimus.
L'hazard ratio ( HR ) di morte con Nivolumab verso Everolimus è stato pari a 0.73 ( IC 98.5%: 0.57 - 0.93; p = 0.002 ), che rispondeva al criterio prespecificato di superiorità ( p inferiore o uguale a 0.0148 ).

Il tasso di risposta obiettiva è stato più alto con Nivolumab che con Everolimus ( 25% vs 5%; odds ratio, OR=5.98, IC 95%: 3.68 - 9.72; p inferiore a 0.001 ).

E' stata osservata una sopravvivenza mediana libera da progressione di 4.6 mesi ( IC 95%: 3.7 - 5.4 ) con Nivolumab e 4.4 mesi ( IC 95%: 3.7 - 5.5 ) con Everolimus ( HR=0.88, IC 95%: 0.75 - 1.03; p = 0.11 ).

Gli eventi avversi di grado 3 o 4 correlati al trattamento si sono manifestati nel 19% dei pazienti che hanno ricevuto Nivolumab e nel 37% dei pazienti trattati con Everolimus; l'evento più comune con Nivolumab era fatigue ( 2% ) mentre quello più comune con Everolimus era l'anemia ( 8% ).

Dallo studio è emerso che nei pazienti con carcinoma renale avanzato precedentemente trattati con uno o due inibitori dell'angiogenesi, la sopravvivenza globale era più lunga e meno eventi avversi di grado 3 o 4 si sono verificati con Nivolumab che con Everolimus. ( Xagena_2015 )

Fonte: The New England Journal of Medicine, 2015

Xagena_Medicina_2015