Afatinib nel trattamento del tumore a cellule squamose della testa e del collo ricorrente o metastatico


Afatinib ( Giotrif ) è un inibitore irreversibile del recettore tirosin-chinasi che determina un blocco sostenuto, selettivo e completo di tutta la famiglia ErbB, in monosomministrazione giornaliera, e ritarda in modo significativo la crescita del tumore rispetto al chemioterapico Metotrexato, in pazienti con carcinoma a cellule squamose del testa-collo ricorrente e/o metastatico, dopo il fallimento di precedenti terapie.
Lo dimostra lo studio internazionale, randomizzato in aperto, di fase III LUX-Head & Neck 1, che ha valutato l’efficacia e la sicurezza di Afatinib come terapia di seconda linea rispetto alla chemioterapia.

Lo studio LUX-Head & Neck 1 ha raggiunto l’endpoint primario di sopravvivenza libera da progressione della malattia ( PFS; ovvero il tempo che intercorre prima che il tumore progredisca ), dimostrando un ritardo significativo nella progressione del tumore nei pazienti in terapia con Afatinib, dopo il fallimento di precedenti chemioterapie a base di Platino ( 2.6 mesi verso 1.7 mesi per i pazienti in chemioterapia ).
Questo si traduce in una riduzione del 20% del rischio di progressione della malattia.

Riguardo agli endpoint secondari, Afatinib ha migliorato in maniera significativa il controllo della malattia ( disease control rate o DCR; ovvero la percentuale di pazienti in cui il tumore è rimasto stabile o si è ridotto: 49.1% verso 38.5% ).

La risposta obiettiva ( objective response rate o ORR; ovvero la percentuale dei pazienti con risposta parziale o completa alla terapia ) è risultata numericamente superiore con Afatinib rispetto alla chemioterapia ( 10.2% verso 5.6% ).

Non è stata osservata una differenza significativa fra Afatinib e la chemioterapia di confronto in termini di sopravvivenza complessiva ( OS ) ( valore mediano: 6.8 mesi verso 6.0 mesi ).

Nei questionari sulla qualità di vita, i pazienti in trattamento con Afatinib hanno riferito un miglioramento significativo del dolore e un ritardo del peggioramento dei sintomi tra cui dolore, difficoltà nella deglutizione e lo stato di salute globale, rispetto alla chemioterapia.

Gli eventi avversi gravi ( di grado 3 o superiore ) più frequenti correlati al farmaco sono stati rash / acne ( 9.7% ) e diarrea ( 9.4% ) con Afatinib, e leucopenia ( 15.6% ) e stomatite ( 8.1% ) con la chemioterapia.
Gli effetti collaterali più comuni nei pazienti trattati con Afatinib rispetto alla chemioterapia sono stati rash / acne ( 74.4% verso 8.1% ), diarrea ( 72.2% verso 11.9% ) e paronichia ( una infezione ungueale ) ( 14.4% verso 0% ), mentre quelli più comuni con la chemioterapia rispetto ad Afatinib sono stati stomatite ( 43.1% verso 39.1% ), fatigue ( 31.9% verso 24.7% ) e nausea ( 22.5% verso 20.0% ).​

Nei pazienti in trattamento con Afatinib sono stati riscontarti minori casi di riduzione di dosaggio e di interruzione del trattamento rispetto alla chemioterapia.

Il termine tumore del testa-collo viene usato per indicare una ampia gamma di neoplasie maligne che originano nelle vie aeree e nel tratto digestivo superiore ( labbra e cavo orale, orofaringe e rinofaringe ).
La stragrande maggioranza ( 90% ) dei tumori testa-collo sono carcinomi a cellule squamose.
Il carcinoma testa-collo a cellule squamose ricorrente e/o metastatico è una neoplasia a prognosi infausta e le opzioni terapeutiche disponibili dopo una prima linea di trattamento con chemioterapia a base di Platino sono limitate. ( Xagena_2014 )

Fonte: Boehringer Ingelheim, 2014

Xagena_Medicina_2014