Carcinoma colorettale avanzato: il trattamento con Cetuximab associato a benefici nei pazienti senza mutazioni in K-ras


Il trattamento con Cetuximab ( Erbitux ), un anticorpo monoclonale diretto contro EGFR ( recettore del fattore di crescita epidermico ), migliora la sopravvivenza generale e la sopravvivenza libera da malattia e mantiene una buona qualità di vita nei pazienti con carcinoma colorettale che non hanno risposto alla chemioterapia.

La presenza di mutazioni nel gene K-ras nel tumore potrebbe influenzare la risposta al trattamento con Cetuximab e avere un valore prognostico indipendente dal trattamento.

I Ricercatori della Flinders University, a Adelaide in Australia, hanno analizzato campioni tumorali ottenuti dal 68.9% ( 394 su 572 ) dei pazienti assegnati in maniera casuale a ricevere Cetuximab associato a cure di supporto oppure le sole cure di supporto, con l’obiettivo di individuare mutazioni attivanti nell’esone 2 del gene K-ras.
È stato valutato se le mutazioni nel gene K-ras fossero associate alla sopravvivenza nei due gruppi trattati.

Il 42,3% dei tumori analizzati per la presenza di mutazioni di K-ras hanno presentato almeno una mutazione nell’esone 2 del gene.

L’efficacia di Cetuximab è risultata significativamente associata alla presenza di mutazioni in K-ras ( P = 0,01 e P < 0,001 per l’interazione delle mutazioni in K-ras con, rispettivamente, la sopravvivenza generale e la sopravvivenza libera da progressione ).

Nei pazienti con tumori caratterizzati da K-ras wild-type il trattamento con Cetuximab, se comparato con il trattamento basato solo sulle cure di supporto, ha migliorato significativamente la sopravvivenza generale ( mediana 9,5 vs 4,8 mesi; hazard ratio per morte 0,55; P < 0,001 ) e la sopravvivenza libera da progressione ( mediana 3,7 mesi vs 1,9 mesi; hazard ratio per progressione o morte 0.40; P < 0,001 ).

Tra i pazienti con mutazioni nel gene K-ras non sono state osservate differenze significative nei due gruppi di trattamento per quanto riguarda la sopravvivenza generale ( hazard ratio 0,98; P = 0,89 ) e quella libera da progressione ( hazard ratio 0,99; P = 0,96 ).
Nel gruppo di pazienti trattati con le sole cure di supporto la presenza di mutazioni in K-ras è risultata associata in maniera non significativa con la sopravvivenza generale ( hazard ratio per morte 1,01; P = 0,97 ).

In conclusione, i pazienti con carcinoma colorettale, caratterizzato dalla presenza di una forma mutata di K-ras, non traggono benefici dal trattamento con Cetuximab, a differenza di quelli con carcinoma colorettale e K-ras wild-type. L’eventuale presenza di mutazioni nel gene K-ras non influenza la sopravvivenza nei pazienti trattati con le sole cure di supporto. ( Xagena_2008 )

Karapetis CS et al, N Engl J Med 2008; 359:1757-1765



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